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Cattedrale di Modena, Torre della Ghirlandina e Piazza Grande Patrimonio dell'Umanità dal 1997

Sezioni

Mappe tattili

Guida passo passo all'esplorazione delle mappe

Guida per l’esplorazione della mappa del Sito

La mappa a colori e rilievo rappresenta il sito Unesco di Modena e i suoi immediati dintorni.

Segni Convenzionali 

Pieni (neri) - Duomo, Palazzo Arcivescovile, Musei del Duomo, Torre Ghirlandina;

Strisce rigate (nere-azzurre) - portici e (più strette) facciate dei palazzi;

Vuoti (bianchi) - piazze e vie;

Vuoti (azzurri) - edifici di minore importanza;

Vuoto (violetto) - Via Emilia Centro

Linee (nere) - muri perimetrali;

Pallini piccoli (neri) - i fittoni che delimitano il sagrato.

Spazi gialli non in rilievo - percorsi per carrozzine.

 

Esploriamo la mappa

Cercate sulla mappa una serie di puntini  che delimitano un rettangolo: Il lato della mappa a cui sono più vicini dev'essere alla vostra sinistra. Così abbiamo il nord in alto.

Ad una prima esplorazione scopriamo diversi pieni quadrati o rettangolari e un grande spazio vuoto nella parte inferiore della mappa: quella è Piazza Grande.

La nostra esplorazione dettagliata però non comincia da qui, ma dal lato ovest, cioè quello alla nostra sinistra.

Seguiamolo dall'alto verso il basso.

Troveremo l'inizio di due strade entrambe pedonali: via Sant'Eufemia più in alto e via Canalchiaro più giù. Nello spazio tra le due, piuttosto  vicino al margine, c'è il Palazzo Arcivescovile rappresentato con il pieno nero .

Noi facciamo il nostro ingresso nel Sito Unesco da via Sant'Eufemia che va in direzione sud-est e che sbocca in una via molto più larga che è il Corso Duomo, in ZTL, e con pista ciclabile.

Seguiamone il percorso. Sul lato sinistro la striscia rigata nero-azzurra indica facciate di palazzi storici.

Il Corso Verso l'alto finisce nella via Emilia Centro, verso il basso arriva al Palazzo Arcivescovile che già conosciamo, gli passa sotto con un portico e prosegue verso sud fino all'incrocio con via Canalchiaro.

Ma il lato che ci interessa di più è quello a destra.

Proprio difronte a via sant'Eufemia troviamo il  rettangolo delimitato da pallini che ci è servito per orientare la mappa. I pallini sono fittoni e il rettangolo che delimitano è il sagrato del Duomo che qui ha la sua facciata con il portale centrale e due laterali, uno per navata.

Il pieno che rappresenta il Duomo è un rettangolo con qualche irregolarità e arrotondato dall'altra parte per via delle absidi.

Le due piccole prominenze che il Duomo presenta sul lato del sagrato sono i leoni di pietra a guardia del  portale centrale.

A nord e a sud del sagrato ci sono due viuzze che fiancheggiano il Duomo e che arrivano in Piazza Grande: via Lanfranco in alto e calle dei Campionesi in basso.

Prendiamo via Lanfranco che va in direzione sud-est e così costeggiamo il Duomo a sud e i Musei del Duomo col Lapidario a nord.

Finisce il Museo e verso nord si apre un passaggio pedonale e subito dopo il quadrato pieno indica la Ghirlandina. La mappa rappresenta tre sbarramenti di via Lanfranco: sono archi che congiungono, il primo Duomo e Museo, gli altri due Duomo e Ghirlandina.

Tra il primo e il secondo sbarramento, noterete una piccola rientranza  nel rettangolo che rappresenta il Duomo: è la porta della Pescheria, l'unico accesso alla chiesa senza gradini e quindi praticabile per le carrozzine.

Se giriamo attorno alla Torre, sopra troviamo uno spazio vuoto che è Piazza Torre. Un quadratino al centro indica la statua ad Alessandro Tassoni, poeta della Secchia rapita.

Piazza Torre a nord si affaccia sulla via Emilia Centro, in colore violetto,  che trovate nella parte superiore della mappa, dritta ma obliqua in direzione nord-ovest sud-est.

Ritorniamo ora alla nostra via Lanfranco. Quando da un lato non c'è più il pieno della Ghirlandina e dall'altro quello del Duomo, eccoci finalmente sul lato nord-est di Piazza Grande. Su questo lato comincia il portico del Palazzo Comunale (striscia nerazzurra e rigata), che piega poi ad angolo retto continuando lungo il lato sud-ovest.

Sulla piazza, a poca distanza da questo angolo c'è un rettangolino pieno e nero: è la pietra Ringadora.

Su questo lato sud-ovest  della piazza si apre l'ingresso al Palazzo Comunale.

Al termine del portico comincia via Castellaro che va in direzione est (cioè verso destra) e, girato l'angolo, via Albinelli che va verso sud. Da lì, fuori mappa, si arriva a piazza 20 settembre.

Sull'angolo Castellaro-Albinelli si affacciano palazzi storici, come capiamo dalla striscia rigata sottile e nerazzurra che costeggia le due strade.

Siamo adesso arrivati al lato sud di Piazza Grande. Il portico che segue è quello del Palazzo Unicredit. Alla fine del portico c'è via Selmi che va in direzione sud. Siamo alla fine di questo lato.

Ci volgiamo verso l'alto ed esploriamo adesso il lato ovest di Piazza Grande. Seguiamolo andando in su. La prima strada che troviamo e che porta verso ovest è Canalchiaro. Anche su questo angolo si affacciano palazzi storici. C'è poi il muro di Palazzo Arcivescovile e quando termina, stretta tra questo e il Duomo, Calle dei Campionesi che abbiamo già incontrato parlando del Sagrato. Ci impedisce di salire ancora il fianco sud del Duomo con la Porta Regia che abbiamo rapprresentato con una sporgenza lungo il muro dritto.

Seguiamo il contorno, arriviamo alle tre absidi in corrispondenza delle tre navate. Aggirate le absidi, ci ritroviamo di nuovo in prossimità della Ghirlandina e di via Lanfranco a sinistra, di Piazza della Torre in alto e del portico del Palazzo Comunale a destra.

 

Guida per l’esplorazione della mappa della facciata del Duomo

Segni convenzionali

Linee grosse - gradini, paraste, spioventi delle navate laterali.

Linee più sottili - pareti, cornice, trìfore, semicolonne, elementi del rosone, lunette.

Pieni -    elementi del pròtiro, lapide.

Superfici punteggiate - lastre scolpite.

 

Esplorazione della mappa

Ad una prima esplorazione sommaria, semplicemente passando la mano sulla mappa, troviamo linee di spessore diverso che segnano spazi rettangolari, qualche linea obliqua e un bel tondo quasi al centro della mappa. Le grosse linee oblique sono spioventi dei tetti, l'alto, e quindi non ci è difficile orientare la mappa nel giusto senso. La facciata ha una struttura simmetrica, cioè potremmo dividerla in due parti e sarebbero specularmente uguali. Portiamoci in alto, al centro. dove i due spioventi raggiungono il culmine. Questi coprono la navata centrale. Al limite più basso dei due spioventi si alzano due torrette ottagonali dette torrini e  con una ardita punta  (che qui troviamo a forma di triangolo) superano in altezza il colmo del tetto. Subito sotto la punta le torrette hanno un giro di otto finestre ad arco, una per ogni lato. Qui la più grande, centrale, è quella che si vede per intero dalla facciata. Le due leggermente più piccole che le stanno di fianco sono quelle dei lati obliqui dell'ottagono e che, quindi, si vedono in prospettiva.

Abbiamo scritto "finestre", ma queste, come le trìfore di cui diremo, sono, per così dire "cieche", infatti non hanno il vetro, ma il muro dietro e non servono a portare luce all'interno ma solo a rendere movimentata la struttura muraria esterna.

Se camminassimo sul tetto del Duomo, giunti al limite inferiore del tetto della navata centrale che è in linea con i torrini, dovremmo fare un bel salto in giù   per raggiungere il tetto della navata laterale. è sulla parete verticale che da qui si sviluppa per tutta la lunghezza dell'edificio che si trovano le mètope, sculture che    rappresentano figure strane, mostruose e fantastiche  ora trasportate nel Lapidario. I due spioventi laterali (quelle linee grosse oblique) coprono le navate minori e subito al disotto troviamo una linea più sottile, parallela: è la cornice della facciata, posta sotto il tetto. Ma osserviamo con attenzione le due grosse linee verticali a destra e a sinistra del tetto centrale. Sono due grandi pilastri (o paraste) che hanno funzione di sostegno e che scendono  fino a terra. In alto finiscono in un capitello (una righetta proprio sotto il limite dello spiovente) e in basso poggiano su un piedistallo (plinto) rappresentato nella nostra mappa da un ingrossamento della linea di base. Tra essi si apre l'intricato rosone (quel vasto tondo) di cui ci occupiamo più avanti. I due pilastri dividono in tre parti la facciata e ogni parte ha il suo portale. Quello centrale è il principale. Li individuiamo seguendo la parte inferiore della mappa. Sono sormontati da una lunetta, come un semicerchio.

Il portale centrale però è anche sormontato da un "pròtiro", cioè da un piccolo portico posto a protezione e copertura dell'ingresso principale. Questo è addirittura a due piani: il primo si chiude poco sopra la porta e lo troviamo segnato da un pieno grosso, il secondo si innalza al disopra e arriva fino al rosone. A destra e a sinistra di questo secondo piano del pròtiro si aprono le trìfore, tre di qua e tre di là. Le trìfore arcuate qui non sono finestre, ma solo ornamenti perché dietro le due colonnine che dividono lo spazio non c'è un vetro, ma, come sopra, solo il muro.

Partendo dall'esterno, tra la prima e la seconda trìfora arriva una linea che parte dalla linea di base, cioè dalla pavimentazione, e che rappresenta una semicolonna che passa proprio di fianco alla porta laterale. Anche queste semicolonne  hanno solo funzione ornamentale.

Il pròtiro ha la volta a botte (notiamo il segno pieno  arcuato) sostenuta da una coppia di colonne che non appoggiano direttamente a terra, ma su leoni (detti appunto leoni stilofori) che nella mappa sono stati rappresentati da un piccolo spazio cavo ai piedi delle colonne. Le grosse linee sotto i leoni e sotto il portale indicano i gradini.

Di qua e di là dal portale centrale, a mezza altezza della porta troviamo dei rettangoli punteggiati: rappresentano due delle quattro lastre  che Wiligelmo ha scolpito con immagini che raccontano la Genesi. Le altre due lastre sono state poste più in alto, sopra le porte laterali.

Troviamo anche un piccolo rettangolo pieno a sinistra del portale centrale: rappresenta la lapide che celebra  l'anno d'inizio della costruzione del tempio e la figura dello scultore Wiligelmo.

Il rosone

La grande rosa fatta dai maestri Campionesi per dare maggiore luminosità all'interno, non è di facile rappresentazione sulla mappa. Si trova al centro della facciata e sporge in parte da essa. Da uno scudo centrale si diparte  una raggiera composta da 24 colonnine. Tutte sono provviste di capitello e collegate tra loro da archetti. Tra una colonnina e l'altra ci sono ventiquattro piccole lastre di vetro sottile legate insieme da un telaio metallico. Di queste, quattro presentano vetrate figurate, e precisamente quelle corrispondenti agli assi verticali e orizzontali.

Scorriamo la facciata per bande orizzontali.

Linea di base con ingrossamenti in corrispondenza di gradini o delle basi dei pilastri;

banda dei tre portali con pròtiro su quello centrale, delle quattro lastre di Wiligelmo, della lapide in memoria, della prima parte dei due grandi pilastri e delle due semicolonne;

banda delle trìfore: due per ogni navata; secondo piano del pròtiro, termine delle semicolonne, proseguono i pilastri;

banda dei tetti delle navate minori, rosone al centro e proseguono i pilastri;

banda superiore, tetto della navata centrale, capitelli dei pilastri, i due torrini.