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Cattedrale di Modena, Torre della Ghirlandina e Piazza Grande Patrimonio dell'Umanità dal 1997

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Bonissima

La Bonissima è una singolare statua oggi collocata su un modiglione infisso nell’angolo del Palazzo del Comune all’imbocco dell’antica via Castellaro. Raffigura una donna vestita in maniera semplice con un costume medievale e una lunga treccia di capelli fluenti sulla spalla.
La cronologia della Bonissima non è certa, ma si tende a datarla tra il XII e XIII secolo.
Diverse sono le ipotesi formulate per la sua identificazione. Innanzitutto è molto conosciuta dalla cittadinanza modenese per la storia, generalmente diffusa da secoli e raccolta dal cronista  modenese Jacopo de’ Lancellotti nella sua cronaca sotto la data 1468, secondo cui la statuetta sarebbe stata eretta un paio di secoli prima  in onore di una donna ricchissima di nome Bona, la quale in tempo di grande carestia avrebbe prestato alla cittadinanza cospicue somme di denaro per l’acquisto di frumento in abbondanza.
Una seconda suggestiva ipotesi identifica la Bonissima con la Contessa Matilde di Canossa, la quale aveva all’epoca un particolare ascendente e una notevole autorevolezza in città. Infatti, si ricorre a lei per comporre una vivace disputa, sorta dopo la traslazione del corpo di San Geminiano, tra i vescovi che desideravano riconoscere le reliquie del Santo ed il popolo che a ciò si opponeva. Nella Relatio translationis corporis sancti Geminiani si afferma chela Contessa decide di deferire la questione a Papa Pasquale II e si sottolinea la sua generosità.
Nel Duomo di Modena non si trova alcuna figura che ricordi la Contessa Matilde, ma nella cripta vi è una lapide che ricorda la traslazione avvenuta nel 1106 e la ricognizione operatasi nello stesso anno alla presenza di Pasquale II e della Grande Contessa.
Infine, oltre al collegamento con la storia della nobildonna di nome Bona, altri autori affermano che la leggendaria statuetta non deve essere riferita a una persona fisica, ma a un pubblico Ufficio del Comune di cui fu simbolo emblematico, ovvero l’Ufficio della Bona Opinione, detto anche delle Bollette, di fronte al quale era stata collocata in origine. Ulteriore conferma viene dal fatto ben accertato negli Statuti comunali, che “in pede Bonissime”, sul lastrone cioè che la sorreggeva, erano scolpite tutte le patrie misure mercantili: il passo, il braccio, il modus o forma e misura dei quadrelli (mattoni) e dei coppi, le mine da biada e da vino e perfino le suole delle scarpe.