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Cattedrale di Modena, Torre della Ghirlandina e Piazza Grande Patrimonio dell'Umanità dal 1997

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San Geminiano

Per San Geminiano, come per molti vescovi della tarda antichità, le notizie certe sono pochissime. Secondo la tradizione egli morì il 31 gennaio 397 e probabilmente nacque nei primi decenni del IV secolo, ma non si sa esattamente dove: la tradizione che lo vuole nativo di Cognento risale al XVI secolo. Apparteneva probabilmente ad una famiglia del ceto medio – alto, quello che forniva i quadri dirigenti e formava l’ossatura della nuova religione, che era stata ufficialmente riconosciuta con l’editto di Milano (313). Impossibile dire quali studi egli abbia compiuto, se non ricorrendo in modo generico alla presenza di tradizioni culturali romane ben consolidate in Modena.
La sua elezione episcopale dovette avvenire per acclamazione da parte della locale comunità cristiana; la consacrazione avvenne probabilmente a Milano, sede metropolitica della provincia ecclesiastica alla quale il vescovado di Modena apparteneva.
Della sua figura storica non sappiamo nient’altro: tutto quello che è stato tramandato attraverso scritti, immagini, musiche è frutto di una tradizione agiografica costruita sull’assenza di dati certi, con lo scopo di magnificarne le gesta, perpetuarne la memoria e il culto.
La comparsa si raffigurazioni relative a San Geminiano segue di quasi sette secoli la sua morte, anche se è storicamente provata una precoce diffusione del culto, tanto intenso anzi da riuscire a spostare il fulcro dell’abitato medievale allargandolo intorno alla sua sepoltura. L’esistenza di uno scarto considerevole fra la vita del santo e la formazione della relativa iconografia trova molteplici giustificazioni: il declino della città in epoca altomedievale, le modalità di formazione del culto e la scarsa consistenza storica del personaggio. Come in molti altri casi analoghi, anche nel caso modenese fondamentale fu il culto delle reliquie, efficace strumento di diffusione del Cristianesimo, promosso da Sant’Ambrogio nella seconda metà del IV secolo.
Le più antiche immagini di San Geminiano compaiono proprio nell’ambito del grande cantiere wiligelmico e costituiscono il fondamento del complesso programma iconografico della Porta dei Principi, databile intorno al 1110.
Per tutto il Trecento, con una particolare concentrazione nella prima metà del secolo, l’immagine del patrono modenese fu replicata lungo i muri esterni della cattedrale, quasi a ribadire e rafforzare in tal modo il proprio legame con la comunità cittadina. Ne sono testimonianza i frammenti di affreschi esposti oggi nella Sala d'Arte Sacra dei Musei Civici modenesi.