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Cattedrale di Modena, Torre della Ghirlandina e Piazza Grande Patrimonio dell'Umanità dal 1997

Sezioni

Pontile

La denominazione di “pontile” riferita alla struttura sopraelevata di recinzione presbiteriale rivolta alla navata centrale, ci è pervenuta solo da fonti quattrocentesche, che ne indicano la funzione come luogo per le letture liturgiche.
Il pontile è costituito da un prospetto di lastre marmoree scolpite, montato, al livello del presbiterio sopraelevato, su una fila di colonne che funge anche da portico di accesso alla cripta. La sua struttura attuale è in realtà l’esito di una ricomposizione avvenuta durante la campagna di restauri a cavallo tra Ottocento e Novecento, negli anni 1916 – 1921. L’unità compositiva delle lastre fu infatti distrutta alla fine del Cinquecento da uno smembramento che ridusse la larghezza della lastra con il rilievo della Lavanda dei piedi e che comportò forse l’eliminazione di altri pannelli.
Per lungo tempo si è ritenuto che il pontile modenese fosse opera dei Maestri Campionesi; tuttavia la cronologia dell’opera, realizzata tra il 1165 e il1184, ha recentemente indotto gli studiosi a ritenerlo piuttosto opera di un gruppo di maestri padani prossimi agli scultori che lavorarono al Battistero di Parma. I caratteri stilistici che definiscono l’identità di questi scultori vanno ricercati nella rigidità plastica impressa alle figure, in una certa immediatezza espressiva, sottolineata talora da evidenti forzature proporzionali, nella forte caratterizzazione dei volti.
Un’aggiunta successiva ormai duecentesca e riferibile alla fase campionesse deve essere invece considerato l’ambone con Cristo, i simboli degli Evangelisti e i Dottori della Chiesa.
Grazie al restauro del 1984 è stata recuperata la coloritura antica che ornava le sculture e che, offuscata da un pesante strato di sporco trattenuto da sostanze oleose ossidate dal tempo, non era possibile percepire compiutamente, anche se l'esistenza della finitura cromatica era nota da tempo. Nel pontile modenese si è riscontrata la contemporanea presenza di due tecniche: in alcune zone è stata accertata la presenza di uno strato preparatorio di biacca, in altre il colore è stato applicato direttamente sul marmo. La finitura cromatica è stesa a corpo: presenta cioè una coloritura e un tono uniformi su tutta la superficie dipinta con un determinato colore, dato con un'unica stesura.

 

Leoni stilofori

Questi grandi leoni alla base del pontile che celebrano il loro glorioso trionfo vanno letti in un rapporto di complementarietà tematica con i leoni delle mensole e del capitello di Daniele. I felini, resi in forma altamente drammatizzata, sembrano imporre il loro dominio travolgente su uomini, animali e cose.

Scene della Passione di Cristo

Nella prima lastra a sinistra è rappresentata la Lavanda dei piedi; nel secondo rilievo, maggiormente esteso e più ideologicamente impegnato, troviamo l' Ultima Cena; successivamente vengono presentati la Cattura di Cristo, il Bacio di Giuda e la scena in cui Pietro taglia l'orecchio a Malco; nella quarta lastra due colonne incorniciano la fitta composizione in cui si vedono Cristo davanti a Pilato e la Flagellazione; infine l'ultima lastra sulla destra presenta Simone il Cireneo.
Non è possibile tuttavia stabilire se l’attuale sequenza rispecchia quella originale.

Capitelli

Esiste un legame iconografico tra il ciclo della Passione svolto nella parte superiore del pontile e gli episodi rappresentati dalle sculture del livello inferiore: Il sacrificio di Isacco, Il martirio di san Lorenzo, Daniele nella fossa dei leoni. Questi ultimi vanno pertanto letti come un’allusione al Sacrificio di Cristo.
Se si escludono quelli figurati, i capitelli assumono svariate forme decorative, comprendenti elementi zoomorfi e vegetali, ripresi nelle cornici del parapetto, e diverse declinazioni del capitello corinzio.