Sala della Secchia Rapita
La Sala della Secchia rapita si trova all’interno della Ghirlandina, circa a metà altezza tra il piano di calpestio e la prima cornice marcapiano: non esiste infatti una corrispondenza tra le cornici all’esterno e le quote dei solai nella partitura interna della torre.
In questa stanza è visibile una copia della famosa secchia rapita, collocata qui nel 1325: l’originale è attualmente conservato nel Palazzo Comunale, considerato un luogo più sicuro.
La secchia è stata resa celebre dal poema eroicomico di Alessandro Tassoni (Modena, 1565 – 1635) del 1630, il quale si ispirò a un episodio accaduto nel corso delle lunghe e cruenti lotte tra i rivali Comuni di Modena e Bologna. Durante la battaglia di Zappolino (15 novembre 1325), che vide la sconfitta del Comune di Bologna, uno squadrone di modenesi si spinse sin entro le mura della città nemica, e strappò da un pubblico pozzo situato in via S. Felice una comune secchia di legno. La secchia venne trionfalmente portata a Modena, dove fu racchiusa, a memoria dell’accaduto, nella prima stanza della Ghirlandina, da cui fu episodicamente sottratta nel corso di goliardiche imprese. Come rammenta Tassoni:
“Ma la secchia fu subito serrata
ne la torre maggior, dove ancor stassi
in alto per trofeo posta e legata
con una gran catena a curvi sassi”.
La Sala della Secchia, fu adibita, a partire ameno dal Duecento e fino alla fine del Cinquecento, ad archivio del Comune. Il locale sottostante, che oggi ospita l’ingresso, collocato in origine nel locale oggi interrato, custodiva invece l’archivio del Capitolo, insieme alle argenterie e alle sacre reliquie del Duomo.
La sala presenta una decorazione ad affresco raffigurante una finta pelle di vaio (la preziosa pelliccia dei manti imperiali) abbastanza deteriorata a causa dell’umidità e probabilmente trecentesca.