Apparato scultoreo
La Ghirlandina presenta un numero elevato di sculture che si dispongono in maniera ordinata nella parte a sezione quadrata della torre, in particolare nelle prime cinque cornici a partire dal basso e nei capitelli delle bifore e delle trifore.
Ogni pseudopiano è marcato da cornici sensibilmente aggettanti rispetto alla superficie muraria della torre. Quelle dei primi tre piani sono costituite da gole sovrapposte, mentre quelle del terzo e quarto piano presentano un’unica gola: ognuno di questi elementi è sottolineato da una serie di arcatelle pensili con capitelli figurati. Si tratta di un elemento architettonico assai singolare, che appare a Modena in una versione profondamente innovatrice. Non più archetti intesi come elementi grafici che sottolineano i livelli delle cornici e dei piani, ma archetti che alla base recano protomi umane o animali.
Se le protomi dei primi due piani appaiono rozze, elementari e arretrate, ma pur sempre di rimarchevole fierezza, più interessanti e raffinate, sono quelle degli altri tre piani: vi si alternano teste umane, zoomorfe e diaboliche, motivi decorativi ritenuti da vari studiosi di netta derivazione provenzale, come il racemo avvolto su se stesso, le cariatidi e i volatili. Le tipologie sono simili al corredo di mensole che punteggia l’intero perimetro esterno della Cattedrale in concomitanza al motivo architettonico ad archetti pensili: protomi animali che includono in prevalenza tipi di ispirazione naturalistica e alcuni esempi dell’immaginario fantastico medievale; protomi umane maschili, femminili e alcune maschere grottesche; protomi di natura vegetale.
È necessario sottolineare che molte di queste protomi risultano probabilmente sostituite in occasione dei restauri avvenuti nel corso dei secoli. È interessante osservare che, a differenza delle protomi del Duomo che sono state sostituite per un terzo con copie simili alle originali, nella Ghirlandina sono state inserite 130 mensole geometriche che ben si distinguono dalle originali protomi figurate.
La prima cornice
La prima cornice marcapiano, a differenza di quelle superiori, corre lungo i lati est, nord e ovest e manca sul lato sud dove sono stati inseriti degli arconi che collegano Duomo e Ghirlandina.
Il cornicione presenta delle arcatelle piatte e intrecciate a sesto acuto e in ogni lato vi sono diciotto protomi che raffigurano soggetti antropomorfi, zoomorfi, fantastici e vegetali.
Vi sono poi i rilievi angolari che comprendono una scultura di reimpiego posta nella parte destra del lato nord che raffigura una testa leonina probabilmente riscolpita.
I soggetti rappresentati provengono dall’immaginario medievale testimoniato da testi quali il Liber monstrorum: un centauro sagittario, un animale fantastico con la coda di pesce, la tipica sirena con la doppia coda e Sansone che spalanca le fauci del leone.
La seconda cornice
La seconda cornice marcapiano presenta delle arcatelle semplici e vi sono dodici protomi su ogni lato che sono state per la maggior parte sostituite con mensole di natura geometrica. Le mensole figurate presentano qui l’applicazione di un diverso linguaggio, più corsivo e a volte realmente più rozzo. I soggetti sono zoomorfi e antropomorfi.
Nei rilievi angolari, scolpiti su due facce di un unico blocco, sono rappresentati dei soggetti animali appartenenti al noto bestiario medievale, ovvero delle protomi leonine, un’aquila e delle figure canine, molto deteriorate.
La terza cornice
La terza cornice marcapiano è senza dubbio la più interessante, non solo per lo stile e l’iconografia dei rilievi angolari, ma anche per l’evidente rapporto con le sculture che ornano il pontile della Cattedrale. Nelle protomi figurate sono scolpite figure zoomorfe, antropomorfe, fantastiche e vegetali.
I rilievi angolari sono tra i più interessanti presenti sulla torre, di conseguenza sono stati i maggiormente studiati da vari autori che li hanno interpretati in modi differenti e li hanno ricollegati all’iconografia del Capitello di David collocato al 5° piano della torre nella cosiddetta Stanza dei Torresani o a quella della Porta della Pescheria della Cattedrale che presenta una precoce raffigurazione del ciclo arturiano. I soggetti rappresentati sono un uomo armato con spada e scudo, un uomo che suona un corno, un uomo con un indecifrabile strumento tra le mani, una figura virile nell’atto di sgozzare un capro, una fanciulla che tiene in mano un fiore, una coppia con le mani intrecciate, un danzatore che nel ballare solleva la veste, una figura regale e barbuta nell’atto di suonare l’arpicordo.
I capitelli delle bifore e delle trifore
Su ogni facciata della Ghirlandina vi sono le medesime aperture: una monofora tra la seconda e la terza cornice, una bifora tra la terza e la quarta, una trifora tra la quarta e la quinta e un’altra trifora tra le ultime due cornici. Le bifore e le trifore mostrano colonne con capitelli molto interessanti che presentano quasi tutte delle varianti del capitello corinzio, con foglie d’acanto dentellate o lisce e sovente l’introduzione di protomi umane o animali. Infine vi sono due capitelli che presentano aquile e leoni affrontati.
Nei capitelli corinzi e nel capitello con le aquile, in numerose protomi umane o animali delle mensole, si riconoscono le stesse tipologie e le stesse formule esecutive che compaiono nei capitelli della Porta Regia del Duomo e sui sostegni del pontile o delle scale di accesso al presbiterio, oltre che su due capitelli di analoga datazione del Museo Lapidario del Duomo.